LA SOTTILE LINEA ZARA

di Luca Massimo Climati

Davanti ad un omonimo “consumo-gozio” globale che si chiama in questo modo, non a caso sito nella Parigi da bere e mirare, che è diventato il punto del massimo scontro tra gilet glialli e potere Macron-globalista, si divarica un mondo intero. Il mondo del Sotto ed il mondo del Sopra.

Dopo anni di sonnolenza, almeno 40-50 per ogni paese centrale del contesto UE, parliamo dell’Europa centrale e della Italia, come paesi di maggiore rilevanza storica e produttiva e culturale, ma anche come numero abitanti, tranne qualche sparuto episodio di breve sviluppo, non si era mai visto un movimento di tale intensità, maturità e chiarezza di proposta.

Soprattutto, almeno dal 1968, (ma sappiamo quale sia stata la deriva e la strumentalizzazione di quel movimento che oggi è una musa ispiratrice e vampirizzante globalista), non si vedeva un tale contagio di contenuti simultaneo, anche strumentalizzazioni comprese, che avranno vita minore del movimento stesso.

I Gilet gialli non sono una rivoluzione arancione e non sono una sollevazione del passato, come molte mummie sovraniste-elitarie auspicano dai loro folli cerchi riservati: semmai ne sono la continuazione, oltre due secoli, con altri mezzi ed istanze.

Non intendono rovesciare uno “stato”: anzi esaltano la bandiera come simbolo di Popolo, comunità e dignità diffusa.

L’oggetto diffuso della loro protesta concreta e mirata è semmai il “Sovrastato”: il finanz-capitalismo nell’epoca della competizione globale.

Lo striscione, durante il massacro di Genova del 2001: voi 8, Noi 7 miliardi; il “Sotto” è la concretizzazione di oltre l’80% di quei 7miliardi: il mondo produttivo contro la dittatura finanziaria che sbaglieremmo a non definire una “fase suprema dello sviluppo del capitale e delle sue elite”.

Il mercato, la competizione racchiudono una incapacità in-sé di governare una società complessa, ovunque come si prospetta quella del 2000.

Il multipolarismo è il riflesso naturale di questo processo, alla lunga elemento di contraddizione alla dittatura multinazionale, ma porta comunque con sé, in parte, dei contenuti Patriottici e comunitari.

Non possiamo più leggere gli avvenimenti con la lente del 900, a maggior ragione del consistente analfabetismo di ritorno pseudo-intellettualistico o accademico: oggi offre più sintesi scientifica un venditore ambulante che un docente universitario “fantozzizzato”.

Quale è il principale alleato del Sopra? Non sono altro che quei settori di piccola borghesia intellettuale che vive delle prebende del capitale finanziario: il mondo accademico, colonizzato dai piani del finanzcapitalismo, gli amministratori allineati a tale sistema, gli inganna-lavoro a catena con siffatte amministrazioni e gli alti funzionari. Ai tempi della Rivoluzione del 1789 sarebbero stati il “Clero”. Mettiamoci anche tutti gli imbroglioni del sindacato che non è più in grado di contrattare nulla, mancando la mediazione dello Stato, invocato dai coraggiosi manifestanti a Parigi.

Conclusioni (sempre in aggiornamento e corso d’opera):

  • non faccio l’astrologo o il mago: mi attengo sempre alla analisi concreta della concreta situazione;
  • sulla carta sarà molto possibile che in un primo tempo tale espressione diffusa ed importante sia soffocata o affievolisca; nulla si crea in poco tempo
;
  • comunque vada, come fu per la Comune di Parigi o il 1789-1794 sempre in Francia questi fatti tracceranno la storia e caratterizzeranno la guerra democratica del SOTTO contro il SOPRA
;
  • bisogna stare attenti: in questa fase storica farsi nemici ad ogni passo le forze addette alla repressione sarebbe un errore; bisogna lavorare nelle loro contraddizioni. Le velleità barricadere sono da contenere; occorre maggiore lavoro locale;
  • riprenderò con una caratteristica che ho intuito circa 5-6 anni fa: oggi in parte dobbiamo ispirare il movimento alla Lunga marcia rivoluzionaria in Cina ed a quel tipo di rivoluzione rurale, ove la CAMPAGNA o la PERIFERIA, assedierà la città quando sarà in grado di serrare il balzo finale della tigre sulla preda: solo allora sarà il momento.

SERVE UNIRE L’80% DEL PAESE. NON BASTA UNA MAGGIORANZA BALLERINA ELETTORALE

BISOGNA LAVORARE SU TRE PIANI:
 GOVERNATIVO-PIAZZA-PROPOSTA FUTURA

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