La scuola secondo Colao & Friends

Riportiamo di seguito un nostro commento ad alcune schede che all’interno del Rapporto Colao si occupano di scuola.

Buona lettura

di Patriottismo Costituzionale

Scheda n° 81, Orientamento giovani

Viviamo nella “società del cambiamento” dove tutto cambia in costante accelerazione (accelerazione tecnologica, mutamenti rapidi della società e dei ritmi quotidiani). Tutti questi cambiamenti a un ritmo sempre più accelerato aumentano la complessità e … diminuiscono la stabilità dell’ambiente che abitiamo. Una tale condizione di vita genera, soprattutto nei giovani, percezioni di imprevedibilità e insicurezza sul futuro. Tale percezione è aggravata dal fatto che i giovani hanno una visione del lavoro inattuale (posto fisso, sempre lo stesso, una scrivania, pennino e calamaio, un timbro, alcuni fogli di carta assorbente, due o tre sbadigli e pausa caffè). Ciò è alla base di una complessiva difficoltà del sistema nel creare sufficiente innovazione tecnologica e sociale, e della inadeguatezza delle pratiche correnti di orientamento.

Insomma, tutte le difficoltà del “sistema Italia” affondano le loro radici nella piccola e ristretta mentalità dei lavoratori italiani, attuali e futuri, troppo amanti della poltrona e delle pantofole (che, come ci ha insegnato Benito Mussolini, “son le rovine dell’uomo”), della comodità, della noiosa sicurezza. È necessario quindi sradicare questa mala pianta dalle tenere menti in formazione dei piccoli Italiani sin dal suo primo apparire. Ed ecco la soluzione di Colao e della sua brigata di Esperti: progettare, predisporre e attuare una serie di azioni di Orientamento alle scelte professionali (Career Education) precoci ([perché] inefficaci se tardive): interventi multidisciplinari (scuola primaria e scuole medie) sul valore della formazione, sul costruire progetti per il futuro in condizioni di incertezza, … sul concetto di lavoro del XXI secolo.

Per i più grandicelli invece, per gli studenti delle scuole superiori, ecco pronta l’idea di una serie di azioni di Consulenza di carriera e di vita personale (Career &and Life Counselling) appositamente progettati per loro, per favorire progettualità sul futuro, superamento degli ostacoli, sviluppo di capitale psicologico (curiosità, coraggio, ottimismo realistico, speranza).

E infine la mobilitazione totale e permanente di docenti, famiglie, studenti, aziende, mondo del lavoro e policy makers, tutti entusiasticamente impegnati e co-co-co-co-co-costruire buone visioni del futuro, dell’innovazione e del rapporto col mercato del lavoro.

 

Scheda n° 78 – Spinta alla formazione su nuove competenze

È sempre la solita storia: le aziende italiane vorrebbero tanto assumere, ma non trovano i lavoratori competenti che cercano. Per esempio, le aziende italiane sono pronte ad offrire un lavoro a 469 mila lavoratori STEM nei prossimi 5 anni, ma al tempo stesso il 33% della professionalità tecnica richiesta dalle aziende risulta “non rintracciabile”.

Lo affermano Colao & Friends nel loro rapporto, citando come fonte un rapporto NESTA (National Endowment for Science Technology and the Arts, una fondazione inglese votata all’innovazione tecnologica in tutti i campi, istruzione compresa) del 2019, la quale a sua volta ha ripreso il dato da un articolo del Sole 24 Ore del novembre 2018, il quale indica come fonte una elaborazione di Confindustria su dati Unioncamere e ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del lavoro), la quale a sua volta ha utilizzato dati forniti dal Sistema Informativo Excelsior resi pubblici il 1° dicembre 2018 (per maggiori dettagli su questa catena di Sant’Antonio vedi qui). Nel mentre la pandemia, ma Colao e i suoi amici esperti non sembra che se ne siano accorti.

Su questa solidissima base, la Commissione di Esperti costruisce la sua proposta per portare i lavoratori italiani all’altezza delle aspettative delle aziende italiane: un programma didattico sperimentale per tutti gli istituti di scuola superiore, erogato attraverso una piattaforma digitale, attraverso cui gli insegnanti italiani acquisiscano la competenza di insegnare ai lavoratori italiani di domani competenze e skill critiche (capacità digitali, STEM, problem-solving), differenziati per complessità e pensati per un utilizzo combinato di lezioni in aula e su piattaforma digitale.

Abbacinati da tanto afflato tecno-digital-futuristico (e anglosassone), per un attimo (solo un attimo) ammettiamo che la scuola italiana debba, possa, ma non riesca a formare i tecnici che le aziende italiane cercano tanto disperatamente, e che quindi sia necessario un piano straordinario di riconversione di centinaia di migliaia di insegnanti che non sanno fare quello che la nazione chiede loro. Ecco, ammesso per un attimo tutto ciò, ci permettiamo umilmente di suggerire a Colao & Friends di aggiungere nel loro modello un dato terra terra: l’età media dei 737.243 maestre, maestri e insegnanti italiani è di 51 anni e due mesi. Fatto questo, di far partire uno dei loro mirabolanti software che elabori una simulazione dei possibili risultati di un tale piano, e vedere che cosa ne viene fuori.

La verità è che a spararle in libertà sono bravi tutti.

 

Scheda n° 83 – Istruzione terziaria professionalizzante

Sempre a proposito della anomalia italiana per cui molte delle imprese più innovative non trovino tecnici ad alta qualificazione, Colao e i suoi Esperti rileva che Nel 2010 sono stati creati gli ITS (Istituti Tecnici Superiori), che però non riescono ad attrarre un’ampia platea di studenti (< 10.000 attualmente).

Perché? Perché così pochi studenti frequentano questi istituti che li renderebbero pronti per far parte di quei 465 mila lavoratori STEM a cui le aziende italiane sono pronte ad offrire un lavoro … nei prossimi 5 anni?

Non è dato saperlo. Eppure, secondo dati recenti forniti del Ministero dell’Istruzione, l’80% dei diplomati negli ITS lavora a un anno dal diploma. Forse perché i giovani italiani hanno una visione del lavoro inattuale, hanno troppe pretese, sono troppo pigri e mammoni? O forse perché l’offerta di questo canale di istruzione è limitata e non può fare di più? Insomma, la responsabilità è degli individui (i giovani) o della società (le istituzioni)?

Gli Esperti non lo dicono. Quello che pensano però lo si può leggere tra le righe della soluzione proposta: Lanciare una efficace campagna di comunicazione sugli esiti occupazionali altamente positivi degli ITS in modo da attrarre una platea più ampia di studenti. Un’azione di marketing, insomma.

 

Scheda n°84 – Education to Employment

Un tempo era molto più semplice: ti formavi in generale all’interno del sistema di istruzione, l’azienda ti assumeva, ti specializzavi sul posto di lavoro nelle competenze che la tua mansione richiedeva. C’è stato anche un tempo in cui ti potevi permettere di cambiare tranquillamente lavoro, tanto eri sicuro di trovarne un altro dopo avere abbandonato il vecchio. E sul nuovo posto di lavoro imparavi una nuova competenza specifica. Il paradiso di Mario Monti («Che monotonia il posto fisso, è bello cambiare»), se non fosse che tale condizione vigeva nella fase keynesiana del capitalismo occidentale.

Oggi, un’ampia fascia della popolazione, soprattutto giovanile, è di fatto tagliata fuori dal mondo del lavoro. Vegeta in un limbo di inutilità dove, se anche qualche competenza l’aveva, ammuffisce nell’inattività. Si tratta di individui non impiegabili, dicono gli Esperti guidati da Colao. Sarebbe meglio dire che si tratta di individui dal cui lavoro non è possibile estrarre valore di scambio che possa dar luogo a profitti. Potrebbero benissimo dare il loro contributo alla comunità tenendo efficienti i marciapiedi e le strade, puliti ed esteticamente gradevoli gli spazi cittadini e in tanti altri modi, ma capite bene che questi lavori non creano valore di scambio direttamente realizzabile bensì valore collettivo di cui beneficia un’intera comunità. Tale tipo di valore, per l’attuale leader maximo dei liberisti nostrani, semplicemente non è valore, e quindi quella loro attività non è considerabile lavoro, ma spreco di soldi pubblici. E infatti è per questo che quasi la metà dei nostri giovani sono disoccupati e i marciapiedi un pericolo costante per i nostri vecchi.

Ora si dà il caso però che Colao & Friends abbiano una soluzione anche per i lavoratori non “impiegabili”: una piattaforma digitale attraverso la quale si possa accedere ad un’offerta formativa ad ampio spettro attraverso la quale riallineare questi lavoratori alla fame di competenze delle aziende italiane. La cui fame è tanto grande da spingerle a manifestare la loro disponibilità ad offrire corsi di formazione online a titolo completamente gratuito. I corsi offerti privilegeranno temi dove si riscontra un disallineamento tra domanda e offerta di competenze (e.g., Digital, programmazione), saranno forniti/sviluppati a pagamento e/o gratuitamente (a titolo di donazione/sponsorizzazione) da Aziende, Università ed Enti di Ricerca “certificati”, e siccome “non esistono pasti gratuiti” e non è bene distanziare troppo gli Italiani dalla “durezza del vivere”, in futuro l’accesso al reddito di cittadinanza recentemente istituito dovrà essere subordinato al superamento di un set minimo di percorsi formativi.

 

Scheda n°79 – Partnership per upskilling

L’Italia spende meno degli altri paesi europei in istruzione (noi preferiamo il verbo “investire”, ma per il liberista investimento è quella cosa che dà luogo al profitto privato nel più breve tempo possibile): L’Italia si attesta nelle ultime posizioni in Europa per percentuale del PIL investito in ambito scolastico (3,8% a fronte di una media europea di ~4,6%). Colao & Friends hanno la soluzione anche per risolvere questo problema: La ridotta disponibilità di fondi può essere (almeno parzialmente) colmata attraverso la grande capacità di esprimere solidarietà nei momenti difficili da parte degli italiani. Beneficienza, insomma.

La beneficienza (dei ricchi, si presume. E di chi altri, se no?), nella visione degli Esperti, potrebbe prendere varie forme:

  • campagna di crowdfunding e donazioni per potenziamento delle strutture “educational”, con la quale infrastrutturare digitalmente e tecnologicamente classi di diverso ordine e grado in modo da contribuire a creare un sistema “equal opportunity” nell’istruzione;
  • aziende e donatori organizzano una serie di concorsi tipo Hackathon per giovani studiosi (scuole superiori) su temi di grande rilievo tecnologico, sociale e culturale. I concorsi premiano gli studenti e le scuole (e casomai li mettono in contatto con investitori).

Ecco qua, risolto il problema.

 

Facciamo un passo indietro, anzi, due.

La scuola ha a che fare con esseri umani il cui tratto comune è l’evoluzione. L’essere umano è tutto sommato semplice: è mosso dal desiderio. Tale desiderio si esercita all’interno di un orizzonte di possibilità che ne limita la realizzabilità, e guida l’individuo nel suo agire. L’orizzonte di possibilità prende la forma di una grande narrazione, che ha per soggetto la realtà in cui l’individuo è immerso e agisce: una religione, una ideologia, una filosofia, la scienza.

La religione capitalista ha significato la liberazione di una serie di energie che hanno trasformato radicalmente l’ambiente umano in cui l’individuo cresce e si sviluppa. Ha significato soprattutto la liberazione delle capacità produttive dell’uomo. Il mondo dell’abbondanza in cui una parte dell’umanità vive oggi lo dobbiamo in gran parte al trionfo di questa religione. Ma anche la religione capitalista ha subito una sua evoluzione, trasformandosi da religione prevalentemente produttivistica a religione in prevalenza consumistica. Attualmente questi due aspetti convivono schizofrenicamente nella stessa contraddittoria narrazione generatrice di paradossi. E così succede che i nostri bambini-adolescenti-giovani (ma del resto tutti noi) da una parte crescono da perfetti consumatori nella certezza che tutto gira intorno a loro e che sia cosa buona e giusta lasciarsi tentare; dall’altra, e contemporaneamente, li si vorrebbe perfetti produttori insegnandogli che l’ambiente in cui crescono è sempre più incerto e instabile, un posto in cui non esistono pasti gratis e dove è necessario affrontare la durezza del vivere, ma senza mai perdersi d’animo, bensì con curiosità, coraggio, ottimismo realistico, speranza. Un paese dei balocchi governato da tanti grilli parlanti.

Secondo Colao e i suoi Esperti, il ruolo della scuola sarebbe quello di lavorare alla formazione del perfetto produttore, senza nessuna coerenza e neppure consapevolezza di chi e come forma il perfetto consumatore. Dovrebbe, cioè, collaborare a un progetto demenziale in cui chi promette con il cervello destro nello stesso tempo smentisce la sua promessa col cervello sinistro.

La verità è che la religione capitalistica ha raggiunto il suo capolinea e si è trasformata nel culto di un dio contraddittorio, stretto nella necessità di avere nello stesso tempo e nelle stesse persone masse di consumatori compulsivi e di lavoratori disponibili ad assecondare (e subire) le esigenze di profitto dei loro datori di lavoro (che però hanno bisogno dei consumatori compulsivi). Ma la verità vera vera è che ormai la religione capitalista si è dimostrata non essere all’altezza della società dell’abbondanza a cui ha dato vita, e di essere un vestito troppo stretto per le sue potenzialità di crescita.

È tempo di elaborare una nuova religione.

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