La crisi siriana si intensifica

portaereiusa

In un post del 30 aprile, Paul Craig Roberts ribadisce la sua posizione in merito alla crisi siriana e al modo di condurla da parte dei Russi. I quali, secondo l’autore, peccherebbero di eccessive indecisione e illusione nei confronti dei suoi interlocutori occidentali. Per capire la posizione dell’autore, che arriva persino ad auspicare una sconfitta statunitense in uno dei tanti teatri di guerra da loro fomentati, sarebbe forse utile leggersi un recente romanzo (2014), Twilight’s Last Gleaming, di John Michael Greer, romanzo che molto probabilmente Craig Roberts conosce, in cui viene anticipato quello che, secondo molti analisti, è il destino della politica imperialista e unilaterale degli Stati Uniti: ricevere prima o poi una bella e sonora scoppolata da una delle potenze emergenti (nel romanzo, la Cina). Certe idee, insomma, cominciano a circolare anche nel cuore dell’impero d’Occidente.

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di Paul Craig Roberts

Come ho scritto due settimane fa, la crisi siriana è solo agli inizi. https://www.paulcraigroberts.org/2018/04/17/crisis-beginning-stages/. L’assalto alle posizioni militari siriane la scorsa notte, in tutta evidenza un’operazione statunitense / israeliana, è la prova che la crisi continua a svilupparsi. https://www.timesofisrael.com/resonant-syria-strike-suggests-coordinated-us-israel-message-to-russia-and-iran/

Ci sono quattro cause della crisi che si rafforzano reciprocamente:

(1) La capacità di Israele di usare il governo degli Stati Uniti per eliminare i nemici in Medio Oriente che sono ostacoli all’espansione di Israele. Israele ha preso di mira la Siria e l’Iran, perché i due governi riforniscono la milizia libanese Hezbollah, che ha respinto per due volte il tentativo israeliano di occupazione del Libano meridionale, le cui risorse idriche Israele brama.

(2) L’ideologia neoconservatrice dell’egemonia mondiale degli Stati Uniti, che si adatta bene all’agenda israeliana in Medio Oriente, una corrispondenza resa ancora più forte dalla forte alleanza neoconservatrice con Israele.

(3) Il bisogno del complesso militare e di sicurezza USA di giustificare il suo enorme budget e il suo enorme potere.

(4) L’incapacità del governo russo di comprendere i primi tre motivi.

Dal modo in cui il governo russo parla, sembra che i russi credono che le azioni militari di Washington in Medio Oriente durante gli ultimi 17 anni dall’invasione americana dell’Afghanistan, una guerra ancora irrisolta, abbiano a che fare con la lotta al terrorismo. I russi continuano a esprimere l’opinione che la Russia e gli Stati Uniti dovrebbero unirsi in uno sforzo comune per combattere il terrorismo. Apparentemente, il governo russo non capisce che il terrorismo è la creazione di Washington. Le lunghe guerre con esiti sfavorevoli che sono stati il risultato delle invasioni di Washington in Afghanistan e in Iraq hanno portato a Washington il reclutamento e la fornitura di terroristi per rovesciare la Libia e la Siria. Chiaramente, Washington non ha intenzione di combattere contro l’arma che ha creato per realizzare il suo programma.

L’illusione del governo russo riguardo le relazioni di Washington con il terrorismo è la quarta causa dell’attuale crisi siriana. Nel 2015 Washington fu colta completamente alla sprovvista dall’intervento di sorpresa della Russia in Siria in appoggio al governo siriano contro i “ribelli” jihadisti di Washington. La Russia aveva il controllo completo e avrebbe potuto porre fine alla guerra nel 2016. Invece, sperando evidentemente di placare Washington e mostrare un volto ragionevole verso l’Europa, il governo russo ha annunciato nel marzo 2016 una vittoria e un ritiro prematuri. Questo errore è stato ripetuto e ogni volta che la Russia ha commesso questo errore ha dato a Washington l’opportunità di introdurre le proprie truppe e aerei, di rifornire e addestrare i suoi mercenari jihadisti e di organizzare la partecipazione israeliana, saudita, francese e britannica alle operazioni militari in Siria. Ora il problema è che le truppe statunitensi si mescolano con i mercenari jihadisti, rendendo difficile per l’alleanza siriana / russa ripulire il territorio siriano dagli invasori stranieri senza uccidere gli americani, cosa che i russi e i siriani finora hanno evitato di fare. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ora accusa Washington di tentare di spartire la Siria, ma è stata l’indecisione russa che ha portato alla spartizione della Siria.

L’incapacità del governo russo di comprendere l’alleanza USA / Israele / neoconservatori e ciò che questo significa per il Medio Oriente, insieme con l’indecisione del governo russo sull’approvvigionamento della Siria con il sistema di difesa aerea S-300, ha permesso di aggravare la crisi con l’attacco della notte scorsa non ancora rivendicato alle posizioni militari siriane con quelle che sembrano essere state bombe “bunker buster” [bombe anti-bunker, n.d.r.], una vera e propria escalation.

Gli attacchi della scorsa notte hanno ucciso soldati iraniani, e il prossimo attacco potrebbe uccidere il personale militare russo. Ad un certo punto il governo russo potrebbe stancarsi della sua umiliazione, nel qual caso gli aerei israeliani e statunitensi cominceranno a cadere dal cielo e gli attacchi contro posizioni “ribelli” reclameranno la vite americane.

L’incapacità del governo russo di comprendere che la pace non è l’agenda israeliana / americana e che né negli Stati Uniti né in Israele c’è una buona volontà su cui la Russia possa costruire un accordo per portare la pace in Siria e nel Medio Oriente significa che la crisi continuerà a montare fino a quando la guerra non sarà alle porte.

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